Non solo crisi diplomatica, la mattana di Erdogan ha anche ripercussioni economiche importanti, come spiega l’articolo di Giusy Caretto...
Niente di nuovo sul fronte Orientale. Saipem 12000 è ancora bloccata al largo di Cipro. L’imbarcazione che per conto di Eni era diretta al blocco 3 della Zone Economica Esclusiva dell’isola è stata intimata a fermarsi dalla marina militare turca. L’equipaggio Eni ha “prudentemente eseguito gli ordini e rimarrà in posizione in attesa di un’evoluzione della situazione”, hanno spiegato dal Cane a sei zampe. Ma niente, da venerdì 10 febbraio, è cambiato.
AD ENI DANNO PER 600MILA DOLLARI AL GIORNO
Oltre ad una crisi diplomatica, il blocco della nave italiana ha un costo anche economico. Per Eni, infatti, ogni giorno di fermo vale 600mila dollari. Una cifra non proprio da ignorare.
LE REAZIONI DI ITALIA E GRECIA
Non solo danni economici. Sale anche la tensione tra i diversi Paesi. La Farnesina sta seguendo gli sviluppi “al più alto livello”, in raccordo con le ambasciate italiane a Nicosia e ad Ankara, ed è pronta a compiere “tutti i passi diplomatici possibili” per risolvere la questione, mentre secondo indiscrezioni di Repubblica (non confermate ufficialmente), la marina militare italiana avrebbe dirottato una fregata nella zona (notizia che tuttavia non trova conferma ufficiale) per seguire da vicino l’evoluzione della situazione.
Reazione dura da parte della Grecia. In un comunicato, Atene ha definitivo la mossa della Turchia “provocatoria” e ha invitato Ankara a “desistere da ulteriori azioni illegali e rispettare gli obblighi che derivano dal diritto internazionale”........http://energiaoltre.it/saipem-12000-quanto-costa-ad-eni-la-follia-erdogan/
13/2/18
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Niente di nuovo sul fronte Orientale. Saipem 12000 è ancora bloccata al largo di Cipro. L’imbarcazione che per conto di Eni era diretta al blocco 3 della Zone Economica Esclusiva dell’isola è stata intimata a fermarsi dalla marina militare turca. L’equipaggio Eni ha “prudentemente eseguito gli ordini e rimarrà in posizione in attesa di un’evoluzione della situazione”, hanno spiegato dal Cane a sei zampe. Ma niente, da venerdì 10 febbraio, è cambiato.
AD ENI DANNO PER 600MILA DOLLARI AL GIORNO
Oltre ad una crisi diplomatica, il blocco della nave italiana ha un costo anche economico. Per Eni, infatti, ogni giorno di fermo vale 600mila dollari. Una cifra non proprio da ignorare.
LE REAZIONI DI ITALIA E GRECIA
Non solo danni economici. Sale anche la tensione tra i diversi Paesi. La Farnesina sta seguendo gli sviluppi “al più alto livello”, in raccordo con le ambasciate italiane a Nicosia e ad Ankara, ed è pronta a compiere “tutti i passi diplomatici possibili” per risolvere la questione, mentre secondo indiscrezioni di Repubblica (non confermate ufficialmente), la marina militare italiana avrebbe dirottato una fregata nella zona (notizia che tuttavia non trova conferma ufficiale) per seguire da vicino l’evoluzione della situazione.
Reazione dura da parte della Grecia. In un comunicato, Atene ha definitivo la mossa della Turchia “provocatoria” e ha invitato Ankara a “desistere da ulteriori azioni illegali e rispettare gli obblighi che derivano dal diritto internazionale”........http://energiaoltre.it/saipem-12000-quanto-costa-ad-eni-la-follia-erdogan/
13/2/18
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Il gruppo della Sinistra Unitaria Europea Gue/Ngl al Parlamento europeo definisce il blocco imposto dalla Turchia alle trivellazioni della piattaforma Saipem 12000 dell'Eni al largo di Cipro, una violazione dell'integrità territoriale dell'Ue". Il gruppo "esorta la comunità internazionale, e in particolare l'Onu e l'Ue, a prendere misure decisive contro Ankara e a porre fine alla sua azione illegale che continua ad alimentare la tensione nella delicata regione del Mediterraneo orientale".
ReplyDeleteSecondo Gue/Ngl "l'ultima violazione da parte della Turchia riafferma la nostra convinzione che il modo più efficace con cui la Repubblica di Cipro esercita i suoi diritti sovrani sulle risorse naturali all'interno della sua Eez (la Zona economica esclusiva, ndr) è trovare una soluzione al problema di Cipro".
(ANSA)
Pirateria Turca: Erdogan ride e si fa beffe dell’Europa
ReplyDeleteLa Turchia tiene in ostaggio L’ENI. Roma che dice?...
ReplyDeleteCome abbiamo scritto più volte su questo giornale, la Turchia non può far parte dell’Unione Europea. Non sotto la guida del presidente Recep Tayyip Erdogan, le cui prove muscolari sono fonte continua d’imbarazzo e destabilizzazione a livello mondiale. Stavolta il suo governo ha preso di mira l’Italia, a pochi giorni dai salamelecchi andati in scena a Roma e al Vaticano agli inizi di febbraio, dove Erdogan si era recato con tante buone intenzioni. Ma la visita che avrebbe voluto rilanciare il dialogo per l’ingresso turco in Europa, rischia invece di degenerare in un contenzioso internazionale dopo l’episodio che siamo a descrivere. Anche se per il momento il governo di Roma tace, urge una presa di posizione ufficiale.
Ancora oggi 14 febbraio, infatti, non si sblocca il giallo del Mediterraneo che coinvolge l’italiana ENI e la Marina militare turca. Da venerdì 9 febbraio, infatti, la Saipem 12000, una nave da perforazione noleggiata dal colosso petrolifero italiano, resta bloccata al largo di Cipro senza possibilità di raggiungere l’area prevista per le trivellazioni esplorative, come concordato con il governo cipriota. La piattaforma e l’equipaggio sono de facto ostaggi della Turchia, che non riconosce il diritto della parte europea di Cipro a concedere licenze a compagnie petrolifere in un’area che Ankara considera acque territoriali turche.
«La sola cosa che i greco-ciprioti possono fare è smetterla con le azioni unilaterali nel Mediterraneo orientale» ha tuonato il ministro degli Esteri turco Mevlut Çavusoglu, in riferimento alla querelle internazionale sull’indipendenza di Cipro......https://appelloalpopolo.it/?p=38938
15/2/18
Cipro: ministro autoproclamata Repubblica turca del nord, "non saranno permesse attività unilaterali su idrocarburi"...
ReplyDeleteAll'amministrazione greco cipriota non sarà permesso di proseguire con le "attività unilaterali" per quanto riguarda l'esplorazione di idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Lo ha affermato oggi il ministro degli Esteri dell'autoproclamata Repubblica turca di Cipro del nord, come riportato dall'agenzia "Anadolu". In una dichiarazione scritta, il rappresentante turco cipriota Kudret Ozersay ha sottolineato come prima di procedere con le esplorazioni di idrocarburi sia necessario siglare un accordo tra le due comunità di Cipro. "E' ingiusto e inaccettabile", ha detto Ozersay, in riferimento alla situazione in cui "solamente i greco ciprioti" traggano beneficio dallo sfruttamento delle risorse energetiche dell'isola. Le dichiarazioni arrivano mentre la Nave Saipem 12000, noleggiata dall'Eni per procedere con le esplorazioni nell'area come concordato con il governo di Nicosia sulla base delle licenze ottenute, rimane bloccata nella Zee cipriota dopo l'intervento della Marina militare turca.
agenzianova.com
19/2/18
Claudio Descalzi, amministratore delegato di ENI, ha detto che Italia, Europa, Francia, Cipro e Turchia stanno discutendo la questione, che non è comunque sotto il loro «controllo». Negli ultimi giorni è intervenuta anche Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, invitando la Turchia a «evitare frizioni»; il ministro degli Esteri italiano, Angelino Alfano, ha detto a sua volta di essere impegnato nel risolvere diplomaticamente la vicenda per raggiungere «una soluzione condivisa».
ReplyDeleteLa Turchia estende il blocco della nave Eni sino al 10 marzo...
ReplyDeleteLa Saipem 12000 è bloccata dal 9 febbraio scorso al largo delle acque della parte orientale di Cipro dalla Marina turca
Ancora due settimane di passione per la nave di perforazione dell’Eni, Saipem 12000, bloccata dal 9 febbraio scorso al largo delle acque della parte orientale di Cipro dalla Marina turca, ufficialmente impegnata in una esercitazione. Il governo di Ankara ha fatto sapere che ha rimandato la scadenza dell’avviso delle sue attività militari, che doveva scadere fra due giorni, al 10 marzo.
lastampa.it
Cipro, Descalzi conferma l’impegno di Eni e la diplomazia va avanti...
ReplyDelete“Noi non ci ritiriamo”. Così il numero uno di Eni Claudio Descalzi, dopo che la Turchia ha reso noto di aver rinviato la scadenza dell’avviso delle sue attività militari al 10 marzo, interviene per fare chiarezza sulla situazione che si è venuta a creare nel Mediterraneo orientale.
http://formiche.net/